venerdì 22 febbraio 2013

LA SCELTA DELLE MELE


Le proprietà benefiche delle mele, consigliate dal celeberrimo adagio per togliere il medico di torno, sono note a tutte, ma meno note sono le moltissime varietà tra cui scegliere, per venire incontro ai propri gusti, utilizzare la polpa migliore per una preparazione o l’altra e consumare al meglio questo frutto prezioso per il benessere di tutti.
Il coloratissimo grafico che vedete in foto e che ho trovato su Blame it in the Voicesillustra le varietà più diffuse sul mercato procedendo dal sapore più asprigno a quello più dolce e indicando anche per quali preparazioni sono più adatte le diverse varietà di frutto.
Un rapido excursus tra i nomi e scopriamo che la Granny Smith, dal sapore acidulo, ha proprietà rinfrescanti e tonificanti e si presta ad essere cucinata o consumata fresca. La Fuji invece è più dolce, croccante, succosa, perfetta da mangiare fresca o per preparazioni al forno o in pastella.

La Sonya è invece una varietà più recente, arrivata dalla Nuova Zelanda nel 2002 ed estremamente dolce. Il suo sapore ricorda quello dello zucchero di canna. Altrettanto dolce, ma più adatta ad essere consumata solo fresca, è invece la mela Gala.
JonaGold ha invece un sapore agrodolce ed è originaria di New York. Potete immaginare un luogo di origine migliore per una mela della Grande Mela?
Molto particolare la Cameo, che ha una buccia più spessa e croccante e un caratteristico aspetto a puntini bianchi che non sono indice di cattiva conservazione ma una tipicità naturale della varietà di mela.
Sono note a tutte invece le varietà Golden Delicious, di colore giallo e con buccia sottilissima, e la Red Delicious, la più consumata insieme alla sorella bionda. Ha un sapore leggermente più acido, polpa soda e pastosa, colore brillantissimo della buccia. La mela di Biancaneve di sicuro erano una di queste.
La HoneyCrisp è molto dolce, croccante e succosa e si presta a qualunque uso, tanto quanto la mela Rome, amatissima dai pasticceri perché perfetta per le preparazioni in pastella e con una storia da Cenerentola: fu scoperta per caso in Ohio.
Infine, Braeburn ha un aroma più particolare e un colore più aranciato della buccia che la rende molto esotica nella rassegna delle mele più note tra il rosso, il verde e il giallo. Ma è l’ultima, la Pink Lady, a detenere il primato del nome più bello di tutte, una forma elegante che si avvicina a quella di un cuore e un color rosato inconfondibile.

giovedì 21 febbraio 2013

Studio pilota sul benessere psicologico dei vegetariani


Studio pilota sul benessere psicologico dei vegetariani



Da una ricerca condotta dalla Benedictine University (sezione Dipartimento di Nutrizione) e dall’Arizona State University pubblicata sul ‘Nutrition Journal’ emergono dati interessanti che sorridono ancora una volta alla dieta veg.
In questo studio pilota 39 volontari maschi e femmine maggiorenni onnivori sono stati assegnati casualmente a tre diversi condizioni: un gruppo ha continuato a seguire un regime alimentare onnivoro, un altro gruppo ha adottato uno stile alimentare vegetariano con l’aggiunta di pesce 4 volte a settimana, mentre il terzo gruppo ha seguito una dieta essenzialmente vegetariana.

Durante le due settimane dello studio, i volontari sono stati sottoposti ad analisi mediche per verificare i livelli di acidi grassi essenziali, omega 3 (EPA e DHA) e omega 6  come l’acido arachidonico (AA) e a questionari  per verificare gli stati d’umore.
Partendo dal presupposto per cui una dieta onnivora tenda ad essere associata a livelli elevati di AA rispetto a quelli presenti in chi segue una dieta vegetariana e visto che le ricerche evidenziano come alti livelli di AA possano determinare cambiamenti nell’umore, attraverso i risultati dello studio pilota si è dimostrato come alla presenza di minori livelli di acidi AA nei veg sia associato anche un miglioramento del tono dell’umore ed una percezione di benessere psicologico.
Insomma, per quanto si tratti ancora di studi esplorativi, sembra che una dieta cruelty-free possa rivelarsi un toccasana non solo per il corpo ma anche per la mente.

Frutta e verdura aiutano a smettere di fumare


Frutta e verdura aiutano a smettere di fumare







ricercatori della University of Buffalo hanno evidenziato un dato importante che offre un’ulteriore appoggio all’adozione di un’alimentazione essenzialmente a base vegetale.
Attraverso questo studio osservativo pubblicato sul Nicotine and Tobacco Journal, si rileva come ‘consumatori ‘verdi’ abbiano 3 volte più possibilità di smettere di fumare per almeno un mese.
Esaminando 1.000 fumatori dai 25 anni in su si riscontra un effetto barriera svolto da una dieta verde, una sorta didisintossicazione vegetale che non discrimina per sesso, età e livello di istruzione.

Le motivazioni all’origine di questo comportamento possono essere riconducibili al fatto che alimenti come cereali, pomodori ed insalata possono contribuire a fornire un senso di sazietà eliminando la tentazione di accendere una sigaretta. Un’altra ragione per spiegare questo fenomeno può essere dovuta al fatto che frutta e verdura rendono peggiore il sapore del tabacco, al contrario di caffè e carne che tendono, invece, ad esaltarlo.
Sebbene con questo studio non si possano stabilire relazioni causali tra l’assunzione di uno stile alimentare più verde e la disintossicazione da nicotina e fumo di sigarette, è evidente che ingerire alimenti green dall’elevato potere antitumorale ed antinfiammatorio come broccoli, cavoli e verza non può che favorire un maggior benessere psico-fisico lasciando da parte anche abitudini poco salutari come il fumo.
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mercoledì 20 febbraio 2013

la spinaciotta ricetta semplice

 è un secondo piatto che farà la gioia di tutti i bambini, un modo intelligente, sano e gustoso di far mangiare le verdure ai nostri piccoli. La ricetta che Tessa Gelisio ci propone è infatti quella della spinaciotta, una specie di cotoletta di spinaci davvero gustosa. Vediamo quindi nel dettaglio gli ingredienti, la preparazione ed il video della ricetta intitolata La spinaciotta cucinata per noi dalla bravissima Tessa!
Ma ecco la lista degli ingredienti e il procedimento utilizzato dalla nostra amica Tessa Gelisio per cucinare questo buonissimo piatto dal titolo "La spinaciotta" nella sua trasmissione televisiva "Cotto e Mangiato"!

Ingredienti La spinaciotta 
  • 250 g di spinaci freschi (sono i migliori come sapore)
  • 1 uovo intero
  • 10 g pangrattato
  • 40 g di formaggio grattugiato
  • sale q.b.
      Procedimento per cucinare la ricetta La spinaciotta di Tessa Gelisio


      Sbollentate gli spinaci e poi scolateli per bene. Tagliuzzate con una forbice ed unite con 1 uovo, pangrattato e formaggio grattugiato.

      Amalgamate il tutto e realizzate delle spinaciotte formando una specie di cotoletta che andrete poi a passare nel pangrattato.
      In una padella mettete a scaldare dell’olio d’oliva e fateci cuocere la vostra spinaciotta su entrambi i lati provvedendo ad aggiustare di sale.


      E...buon appetito!!

      giovedì 7 febbraio 2013

      il pomodori italiani


      Agosto è il mese del pomodoro per eccellenza, quando il solleone e la scarse precipitazioni lo rendono ben maturo, profumato e dolce. Sebbene sia giustamente considerato uno degli ingredienti più caratteristici della cucina italiana, il pomodoro ha in realtà origini lontane.
      Importato in Europa dall'America Centrale e Meridionale ad opera degli Spagnoli nel Sedicesimo secolo, il pomodoro giunse in Italia quando questi conquistarono Napoli, nel 1503. Inizialmente la pianta ebbe perlopiù funzione ornamentale nei giardini dell'Europa barocca perché si credeva che il frutto fosse velenoso – il pomodoro è considerato un frutto e non una verdura, da cui il nome pomo d'oro (il colore giallo prima che maturi completamente) coniato nel 1544 dal botanico Pietro Andrea Mattioli.
      Solo all'inizio del Diciottesimo secolo il pomodoro fece la sua comparsa sulle tavole italiane, specialmente a Napoli e nel Sud, ma per la prima ricetta di pasta – vermicelli – al sugo dobbiamo aspettare la pubblicazione, nel 1839, della Cucina casareccia in dialetto napoletano di Guido Cavalcanti. L'utilizzo del pomodoro si diffuse rapidamente in tutta Italia a partire dal 1875, quando Francesco Cirio fondò l'industria del pomodoro in conserva.
      Il sapore migliore, dolce e non acidulo, è proprio dei pomodori lasciati maturare al Sole sulla pianta. Per questo motivo, in Canada, possiamo goderne a pieno solo in estate, quando provengono da aziende agricole locali o da giardini e balconi. Per la salsa di pomodoro fatta in casa, è consigliabile utilizzare i pomodori freschi in estate e i pelati durante il resto dell'anno: in quest'ultimo caso la scelta migliore è il pomodoro San Marzano, pelato e lasciato intero, meglio senza aggiunta di sale e con poco liquido.
      Ogni anno, in Italia, si producono in media 5 milioni di tonnellate di pomodori e se ne contano oltre 320 varietà, molte delle quali hanno diffusione limitata e contribuiscono all'unicità e varietà delle cucine regionali. Alcuni tipi di pomodoro però si trovano ormai da nord a sud e sono considerati “ambasciatori” del gusto italiano nel mondo. Tondi, costoluti o allungati, c'è un pomodoro adatto per ogni uso e ricetta. Ecco i più conosciuti:
      Pomodori tondi
      In questo gruppo confluiscono numerose varietà, coltivate in tutta Italia per il consumo prevalentemente in insalata. Tra i più diffusi ricordiamo:
      1. Ciliegino (maggiore produttore: la Sicilia): pomodoro di piccole dimensioni che cresce a grappolo e che raggiunge i 20-30 grammi di peso. In estate, è particolarmente adatto nelle insalate di pasta fredda.
      2. Tondo insalataro: moltissime sono le varianti regionali del pomodoro da insalata. Tra le varietà più conosciute: Ace, Montecarlo e Sunrise. Si presenta a grappolo oppure singolo, ha una polpa solitamente consistente e si mantiene a lungo. Ha bisogno di una buona esposizione al Sole e un clima caldo per acquistare un sapore dolce e fragrante.
      Pomodori costoluti
      3. Costoluto fiorentino o Grinzoso (Toscana): ha una forma molto caratteristica in cui le pareti delle costole rientrano anche di molto all'interno del frutto, da cui il nome costoluto o grinzoso. Si presta ad essere utilizzato sia in insalata che nella preparazione di sughi, previa scottatura e rimozione della pelle, che è piuttosto spessa. La polpa è soda, con pochi semi e poca acqua.
      4. Cuore di Bue (Liguria): viene coltivato in varie zone d'Italia, particolarmente pregiata la varietà ligure. È un pomodoro da insalata, dalla buccia fine, con polpa carnosa e aromatica. Può raggiungere fino ai 500 grammi di peso: quando tagliato a fette, spesse un centimetro, e condito con olio extravergine, sale e basilico, viene anche chiamato “la bistecca dei vegetariani”
      Pomodori allungati
      5. San Marzano (Campania): varietà dalla caratteristica forma allungata utilizzata prevalentemente per la preparazione di conserve e passate: la polpa soda, i pochi semi e la poca acqua lo rendono molto adatto alla preparazione di sughi densi, adatti come base anche per ricette più elaborate e invernali, come gli stufati. La varietà di origine campana ha ottenuto la denominazione DOP (Denominazione di Origine Protetta): pomodoro San Marzano dell'Agro Sarnese-nocerino DOP.

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